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In Cina gli innumerevoli stili di Kung-Fu si suddividono in stili esterni e stili interni; lo Yi Quan, ideato negli anni Venti dal Maestro Wang Xiang Zhai, si discosta da questa tradizionale classificazione e si propone come sintesi dei contenuti essenziali di entrambe le correnti.
Lo stile Yi Quan, che significa letteralmente "boxe della mente", si differenzia da tutte le altre scuole cinesi perché sottolinea ed esalta l'allenamento mentale rispetto a quello tecnico e perché non contiene forme o sequenze di pugni e calci: per questa ragione è stato talvolta chiamato la "scuola della spontaneità". Mentre l'aspetto tecnico rimane duro e severo, improntato sul mantenimento di posizioni statiche per lunghi periodi, l'allenamento mentale è invece una forma di meditazione creativa che mira al recupero dell'istinto primordiale di combattimento dell'uomo. La singolare simbiosi fra questi due tipi di allenamento pone lo Yi Quan al di fuori delle arti marziali tradizionali: è un metodo in cui tecnica, arte e fisiologia contribuiscono a una trasformazione profonda e totale del praticante che, a un osservatore superficiale, appare più un monaco che un guerriero. Inoltre, come caratteristico degli stili interni, che si basano sul rilassamento, l'ascolto interiore e la circolazione dell'energia vitale, anche lo Yi Quan rappresenta un eccellente metodo di autoterapia ed autoguarigione.
Il libro è il primo in Italia sull'argomento. L'autore completa l'opera con una serie di interviste a indiscussi Maestri che raccontano la loro visione dello Yi Quan e danno di quest'arte una spiegazione che aiuta a capirne il messaggio.